L’AQUILA – Trent’ anni di carcere, invece dell’ergastolo per effetto dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato, per "omicidio volontario aggravato dai futili e abietti motivi": è questa la richiesta del procuratore generale della Corte d’Assise d’appello dell’Aquila, Romolo Como, contro Elvis e Danilo Levakovic e Sante Spinelli, i tre Rom di Alba Adriatica accusati di aver ucciso a pugni, il 10 novembre 2009, il commerciante di 38 anni Emanuele Fadani nei pressi di un pub di Alba. E se la Corte (presidente Franca Bandera, a latere Luigi Catelli) dovesse decidere, come in primo grado, per l’omicidio preterintenzionale, sempre secondo il pg, vanno comunque condannati tutti e tre per concorso: 14 anni per Elvis, 16 per Danilo Levakovic e Sante Spinelli (per loro la pena è maggiorata per effetto di una specifica recidiva). Quadro giudiziario dunque capovolto quello che si presenta in questo secondo grado davanti ai giudici aquilani. In primo grado, il gup di Teramo, Giovanni de Rensis, condannó il solo Elvis a 10 anni per omicidio preterintenzionale, mandando assolti per non aver commesso il fatto gli altri due. La sentenza è prevista nella prossima udienza, fissata al 29 febbraio, quando sono previste anche le repliche. In aula oggi erano presenti, oltre agli imputati, anche la madre di Fadani, Nita D’Orazio, con gli altri due figli e la vedova del commerciante.
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